Ho avuto il privilegio di leggere questo romanzo in anteprima. Devo confessare è stato un po’ in standby per via della mia ipersensibilità visionaria che mi tiene a distanza da qualsiasi opera abbia a che fare con forme di violenza subita. Per me è come ingoiare immagini e parole, non è fobia, è pancia, pelle, sto male.
Poi – attratta dalla trama del romanzo – ho affrontato la sfida e mi sono detta che le cose belle a volte richiedono il superamento di prove, non sono mai gratis, anzi, di solito la bellezza conquistata con qualche sofferenza è impagabile.
Come scalare una montagna, per quanto tu abbia imprecato lungo la salita, una volta in cima quello che vedi ti toglie il fiato e sai che non avrebbe potuto arrivare diversamente. E benedici chi ti ha portato lassù.
Ed è stato così che ho benedetto Demetrio Paolin: il suo romanzo è una vertigine.
Quella che fai in cima a una montagna è un’esperienza che non può essere paragonata a nessun’altra, sai che è quella e basta, niente sarà più paragonabile a quello spettacolo e niente sarà più uguale, dopo.
Conforme alla gloria ha questo grande pregio, ed è un pregio notevole per un romanzo che racconta, ancora una volta e in modo sorprendentemente diverso, la Shoah.
Il libro affronta non solo il male inflitto alle vittime (già al centro di innumerevoli narrazioni) ma scava in quel male fino alle radici più profonde. Trovarsi faccia a faccia con l’aberrazione ti costringe a una sfida, ti fa sentire in pericolo. Perché il male devasta, ma ha pur sempre il suo fascino ed è per questo che del male non ci si libera così facilmente. Dunque, pagina dopo pagina, questo romanzo disturba e conquista, espugna qualsiasi resistenza.
È un romanzo che non si legge solo con gli occhi, come un qualsiasi altro romanzo, ma si legge con il corpo e la pelle. La storia si insinua dentro, la curiosità trasporta a prescindere dalla volontà, poi la rabbia fa tremare e il sangue si ribella.
La Gloria di cui Paolin parla nel romanzo è un quadro con una storia molto particolare che intreccia il destino di un carnefice a quello della sua vittima; ma è anche la gloria del male che nella Storia sopravvive e sconfigge senza che nessuno possa davvero mettersi in salvo.
Quando, dopo essere stati in cima alla montagna, dovrete riscendere, non sarete più le stesse persone. Forse sarete spaventati, forse quella vertigine vi avrà turbato e vi chiederete: fin dove può arrivare il male? Può la vittima commettere il male a sua volta?
“Io sono vivo perché qualcuno è morto al posto mio. Io non sono vivo per meriti, ma per caso. Sono qui perché nel giorno della selezione io ero accanto a uno più magro di me, a cui avevo rubato nei giorni precedenti il pane che ci davano. Le sue costole erano più sporgenti, la sua pelle più sottile e il suo sguardo più vitreo del mio. Così alla selezione lui è andato a destra e io a sinistra. Lui è finito nel camino e io no. E io sono qui e lui disperso nel cielo.”
Io sono vivo perché qualcuno è morto al posto mio.
Lo ripeterete come un mantra e forse avrete voglia di correre a salvare qualcuno, chiunque passi di lì in quel momento, quando, ancora con il libro in mano, dopo l’ultima riga dell’ultima pagina ve ne starete lì a riflettere che ci sono libri come questo che feriscono per farci sentire vivi e reagire.
Dopo vi alzerete e riporrete il libro nello scaffale, ma non lo allineerete agli altri. L’istinto ve lo farà lasciare pronto per essere ripreso, almeno fino a che quella vertigine non sarà rifluita nel corso normale degli eventi quotidiani e la vostra pelle avrà ripreso il suo normale colore e odore. Pelle umana.
Ci sono esperienze che si possono fare in un luogo soltanto, così come ci sono libri che scavano e si depositano. E in quell’anfratto di noi stessi ci sarà posto per quello e quello soltanto. Questo lo sapete, perciò il libro non giacerà accanto ad altri libri.
Conforme alla gloria sarà tra i libri destinati a restare, pronto per essere ripreso o passato a qualcuno a cui dire: vai, scala questa montagna, arriva in cima e non te ne pentirai.
L'intervista all'autore si trova sul sito: http://www.youbookers.it/articolo/2016-04-04/UN-LIBRO-IN-3D-9