Viri e Nedra sono sposati, sono giovani, vivono in una bella casa sulle rive dell’Hudson, circondata dagli scenari naturali di New York. Hanno una vita agiata e piena, con due figlie volute e amate, cene raffinate, amici colti, vita sociale intensa, giuste occasioni di incontro. Nedra è una bella donna che sa come conquistare uomini e donne, sa preparare ottime cene, con piatti semplici e ricercati. Viri è un affermato architetto, un buon padre che sa come far divertire le figlie con la sua fervida creatività. Le bambine un giorno ricorderanno giornate in famiglia e natali memorabili, pieni di sorprese e di cure fin nei particolari.
In questo romanzo scorre molto buon vino – una sorta di protagonista anch’esso - tanto da sentirne il sapore, sempre sorseggiato alla giusta temperatura e in calici eleganti. Un vino che si beve a piccoli sorsi, lentamente, perché sprigioni tutti i suoi aromi, in ogni occasione: mentre si prepara la cena, quando si arriva a casa stanchi dopo una giornata di lavoro, mentre si chiacchiera con gli amici. Viri e Nedra hanno quel che si dice un’esistenza perfetta. Cosa volere dunque di più?
C’è una vita segreta che scorre dentro di noi, sia se accettiamo di viverla, sia se la mettiamo a tacere in nome del buon senso. È un’onda anomala che increspa la superficie delle cose, è lì, in agguato, insieme alla noia, che altro non è che la mancanza di passione senza la quale non c’è alcun graffio, nessun segno del nostro passaggio: “La conoscenza, tuttavia, non protegge nessuno. La vita disprezza il sapere; lo costringe a sedere in anticamera, ad aspettare fuori. Passione, energia, menzogne: sono queste le cose che la vita ammira. Viviamo nell’attenzione degli altri. Ci volgiamo verso di loro come i fiori si volgono verso il sole.”:
La prima parte del romanzo scorre nel racconto di questa felicità perfetta, al ritmo di una piacevole melodia di un carillon sul comò. Poi il meccanismo si inceppa, precipita tutto, senza che nulla accada veramente, solo perché arriva la verità.
Nedra diventerà una donna che vuole viversi. Un amico, paragonandola alla Nora di Ibsen, dice di lei che ha avuto coraggio: “Le vite degli uomini mi annoiano” afferma.
E in effetti se Nedra avrà quel che cerca, al contrario Viri non sarà mai abbastanza spietato per riprendersi la sua vita o crearsene una nuova e all'insegna della noia e dell'insoddisfazione sarà la sua seconda vita senza Nedra: “I terrori dell’esilio, di un nuovo mondo. La novità e la curiosità dei primi tempi lentamente si inasprisce trasformandosi in una vita ingestibile, la risata si affievolisce, è come una scuola difficile, che non finirà mai.”
Una narrazione perfetta, quella di Salter, la cui bellezza sta soprattutto nei dettagli: “Solchiamo il fiume nero, la superficie levigata come pietra. Non una nave, né una barca a remi, non una lacrima di bianco. L’acqua si increspa, spazzata dal vento. Questo grande estuario è ampio, sconfinato. L’acqua è salmastra, blu per il freddo. Il fiume scorre sotto di noi, indistinto. Gli uccelli marini rimangono sospesi, volteggiano, scompaiono. Siamo un bagliore nel grande fiume, un segno del passato. Ci lasciamo alle spalle le profondità, il fondale illividisce la superficie, corriamo dove l’acqua è più bassa, le barche tirate a secco per l’inverno, i moli desolati. E sulle ali, come i gabbiani, ci libriamo, viriamo, ci voltiamo a guardare.”
Una perfetta felicità, James Salter (Guanda)